La ricerca dell’efficienza in produzione (e non solo) è certamente un must del controllo di gestione. Analizzare i bilanci va benissimo, ma quando l’analisi ci mostra delle criticità, diventa poi fondamentale sapere dove intervenire e come intervenire. Limitarsi ad un controllo che non prevede un intervento, è come andare continuamente a lamentarsi dal medico, ottenendo si una diagnosi ma mai la cura.
L’approccio lean, ideato da toyota negli anni 30 del secolo scorso, è alla costante e continua ricerca dell’efficienza aziendale, sotto tutti i punti di vista (economico, finanziario, qualitativo ecc.). Toyota tutt’ora si ritiene in “cammino” verso la perfezione, in totale armonia con il concetto di kaizen (miglioramento continuo) consapevole che poi la perfezione mai si raggiungerà. Se volessimo definire quelli che sono i pilastri della lean, troveremmo sicuramente:
l’azienda vista come una comunità e mai come composta da entità separate o, peggio ancora, camere stagno. Tra reparti ad esempio esiste una relazione cliente-fornitore, dove il reparto a monte è visto come il fornitore mentre quello a valle come cliente.
Gli operai sono raggruppati in squadre e non sono impiegati solo in azioni volte a creare ricchezza ma a porre in essere anche attività di tipo indiretto (pulizia, gestione dei problemi, manutenzioni ecc.).
Cambio di filosofia, da “move the metal” a “ferma la linea se c’è un problema”.
Ricerca costante e collegiale dei problemi che nascono in ogni ente aziendale (reparti produttivi o uffici) tramite ad esempio la tecnica dei 5 perché piuttosto che il diagramma di ishikawa ecc.
Fornitori esterni non più visti come soggetti da mettere in competizione fra loro al fine di spuntare qualche centesimo in meno, ma come entità con cui instaurare delle vere e proprie collaborazioni. Già dagli anni 30 del secolo scorso le linee guida di toyota in merito ai fornitori esterni consideravano questi ultimi come soggetti appartenenti al gruppo.
La progettazione e lo sviluppo del prodotto integrati con il processo produttivo. Un po’ come al primo punto, dev’esserci costante interscambio di idee e informazioni fra i vari enti aziendali, in primis appunto fra la progettazione e la produzione. Ad esempio l’ufficio tecnico deve progettare affinché l’assemblaggio di determinati pezzi sia facile, agevole per il reparto montaggio. Ciò si traduce in un’attenzione nella fase progettuale (a monte) di quello che sarà il lavoro di montaggio da svolgere (a valle).
Rapidità di variazione al cambiare della domanda di mercato. Un’azienda lean è un’azienda che rapidamente riesce ad adattarsi alle variazioni richieste dalla clientela.
Lavorare con lotti sempre più piccoli sino a tendere al concetto di one piece flow (un pezzo alla volta).
Contatto diretto con i clienti finali al fine di definire nuovi modelli.
La filosofia lean a mio avviso è la naturale prosecuzione di un valido sistema di programmazione e controllo, finalizzato non solo a individuare le cause di eventuali scompensi, ma orientato a cercarne le soluzioni. Le soluzioni interessano agli imprenditori, le soluzioni permettono di ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza, il che si traduce in un miglioramento di conto economico e contestualmente di flussi finanziari. È quindi necessario cominciare seriamente ad interessarsi degli aspetti produttivi. Noi ci rendiamo disponibili verso i professionisti tramite una nuova frontiera della formazione, per saperne di più clicca qui.