Il controllo di gestione è un insieme di strumenti tecnico-contabili che supporta le decisioni aziendali. Misura e monitora i risultati economico-finanziari, aiutando gli imprenditori a prendere decisioni basate su dati scientificamente definiti. Ha due scopi principali:
1) Guidare la direzione verso gli obiettivi aziendali, precedentemente fissati dal budget: Valutando le conseguenze delle decisioni con opportune elaborazioni, il controllo di gestione aiuta a fare scelte economicamente convenienti.
2) Responsabilizzare i soggetti chiave: I risultati conseguiti (positivi o negativi) vengono attribuiti ai responsabili dei ruoli aziendali. In particolare manager o responsabili delle aree funzionali. Essi ricoprono un ruolo attivo nel controllo di gestione, in quanto definiscono gli obiettivi da conseguire e da assegnare alle varie unità organizzative (trattasi della prima fase del processo di controllo), e successivamente al termine del processo di controllo si occupano di decidere quali azioni adottare in risposta agli scostamenti, se non sia necessaria alcuna azione correttiva perché si tratta di scostamenti accettabili, se intervenire nel caso di scostamenti significativi oppure se modificare gli obiettivi qualora invece emerga la loro inidoneità.
La contabilità analitica gioca un ruolo fondamentale nel controllo di gestione. I costi vengono ripartiti non più per natura ma per destinazione, da qui l’introduzione dei centri di costo, al fine di allocare correttamente i costi a seconda degli enti che li hanno generati. In concomitanza con la contabilità analitica, al fine di ottenere un valido sistema di controllo di gestione, è necessario che in azienda sia implementata anche la contabilità industriale. Quest’ultima permette di ricostruire il costo di un prodotto o commessa e, dal confronto con i dati di bilancio opportunamente riclassificati (contabilità analitica) ne scaturisce l’analisi degli scostamenti da cui derivano le responsabilità dei vari manager viste al punto due.
Il controllo di gestione è una funzione indispensabile per le aziende moderne che si interfacciano con mercati sempre più complessi e globali. Il legislatore italiano ne ha sdoganato l’indiscussa utilità, prevedendolo in un certo qual modo nella riforma sulla crisi d’impresa, in merito alla capacità dell’imprenditore di intercettare i primi segnali di crisi e quindi evitare la decozione dell’azienda stessa. Gli assetti organizzativi adeguati come previsto dall’art. 2086 c.c. comma b servono proprio a questo e richiedono una efficace forma di controllo di gestione in tutte le imprese, a partire dalla ditta individuale e in modo proporzionale alle dimensioni dell’impresa stessa.
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