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Controllo di gestione: è quasi tempo di budget…con qualche riflessione in merito!

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Ci stiamo dirigendo verso la fine dell’anno. Questo è il periodo in cui le aziende si concentrano per andare a definire principalmente (ma non esclusivamente) le grandezze economiche previste per l’esercizio successivo al fine di realizzare il budget. Questo articolo non vuole però parlare del budget in sè (argomento trito e ritrito) ma tratterà essenzialmente della discrasia che si crea tra un budget definito grazie l’utilizzo delle distinte base ed un budget definito senza la presenza delle distinte base.

Ipotizziamo due procedimenti di calcolo: quello di un responsabile amministrativo e quello di un controller. Partiamo dal budget delle vendite di un caseificio e semplifichiamo all’estremo. Inizia con i calcoli il responsabile amministrativo.

Il responsabile amministrativo definisce, in funzione del parere del responsabile commerciale, quelle che saranno le vendite previste per codice prodotto nel mese di gennaio 2019. In tabella sotto i riepiloghi

sono presenti i codici, le quantità e i ricavi per riga riferiti al mese di gennaio 2018 (sinistra della tabella), mentre a destra sono presenti gli incrementi percentuali previsti per l’anno 2019 (per semplicità si ipotizzano solo incrementi nelle quantità) con i rispettivi ricavi. L’incremento totale di gennaio 2019 sul 2018 è calcolato nell’ordine del 10% circa.

Ora tocca al controller: omettiamo di ripetere il prospetto in quanto quest’ultimo si trova d’accordo con il responsabile amministrativo.

Passiamo nuovamente al responsabile amministrativo. È ora chiamato a definire il costo del venduto per il mese di gennaio 2019. Riprendendo dalla contabilità il costo del venduto di gennaio 2018, pari a 18.800 €, il calcolo che va a realizzare è: 18.800€ * 1,1052 = 20.778 €. In sostanza ha aumentato il costo del venduto del 10,52%, in quanto l’incremento di fatturato è appunto pari al 10,52%. Il ragionamento seguito può avere una sua logica visto che le materie prime rappresentano il costo variabile per eccellenza, inoltre sarebbe l’unica strada percorribile.

Il controller, che si avvale di un corretto sistema di distinte base,invece inserisce nel software codici, quantità previste e prezzi di vendita (figura sotto)

confidando in un puntuale sistema di contabilità industriale avrà l’esplosione corretta dei consumi industriali (figura sotto)

come si evince dallo screen shot, i consumi di materia prima saranno pari a 19.308 €. Ciò accade perché i maggiori incrementi di fatturato sono previsti principalmente per quei codici prodotto che presentano un’elevata marginalità (ricotta e morbidella) e conseguente incidenza del costo delle materie contenuto. Contestualmente l’incremento dei consumi di materia prima non crescerà proporzionalmente del 10% ma di una percentuale sensibilmente inferiore.

Lo scostamento tra i due metodi di calcolo (sul consumo delle materie/costo del venduto) è pari a 1.469 €, cioè al 7,61 %. Se si procede con il metodo del responsabile amministrativo e replicando il sistema appena visto per tutti i mesi, lo scostamento in valore assoluto diventerà una voragine che vanificherà ogni tentativo di previsione. A cascata tutto il budget sarà scorretto e a seguire anche i sistemi di indici ed eventualmente il rendiconto finanziario prospettico. La situazione non potrà che peggiorare qualora poi si vada oltre il singolo anno a budget (ad esempio 3 anni). Risulta chiaro che budget così definiti deformano completamente quella che potrebbe essere la realtà previsionale e provocano più danni di quelli che si registrerebbero se il budget non fosse proprio realizzato.

La riforma del fallimento prevede una gestione d’impresa “forward looking”, volta cioè alla programmazione futura al fine di evidenziare i primi segnali di crisi. Ci sarà ben poco da programmare se questi sono i presupposti nella redazione di un semplice budget. Pensiamoci!

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