Leggo molto di controllo di gestione e di crisi d’impresa, leggo molto anche della figura dell’esperto all’interno della composizione negoziata ed al consulente chiamato ad affiancare l’imprenditore relativamente la redazione del piano finanziario industriale. In merito il mese scorso ho scritto un articolo su alcune considerazioni di ordine produttivo che potrebbero tornare davvero utili nel momento in cui si prendono in considerazione le cosiddette “iniziative industriali”. Entrando nel merito direi che per iniziativa industriale, per quello che è il mio personale punto di vista, non per forza di cose bisogna intendere soltanto la realizzazione di un nuovo prodotto da immettere sul mercato, piuttosto che l’inserimento di un nuovo macchinario certamente più performante di quelli già presenti. A mio avviso una valida iniziativa industriale potrebbe tranquillamente passare anche e soprattutto per delle nuove tecniche produttive (o rivisitazione di quelle già esistenti) che possano garantire, a fronte o meno di un contestuale investimento, un’ottimizzazione dei costi di produzione. Mi spiego meglio con un esempio: ipotizziamo un’azienda di catering, che presenta i propri picchi produttivi dal mese di maggio a quello di settembre, in quanto rifornisce, fra gli altri, lidi sul lungomare della propria città. I dipendenti addetti alla produzione sono 5, per un costo del singolo dipendente di 50 (fig.sotto).
La linea di produzione vede i 5 operatori distribuiti orizzontalmente lungo la stessa (fig.sotto)
Se i 5 operatori sono correttamente saturi nelle produzioni di maggio-settembre, sarebbe opportuno trovare una soluzione per gli altri mesi, ove la produzione richiesta è inferiore. Un’iniziativa industriale che potrebbe essere presa in considerazione riguarda la modifica della linea (ora disposta orizzontalmente) portandola ad assumere la forma di una “U” (celle ad U, fig.sotto)
In questo modo si ridurrebbe il numero di operatori a 3 al posto di 5 che sarebbero correttamente saturi nei mesi che vanno da ottobre ad aprile. Infatti il primo operatore potrebbe eseguire le operazioni A ed E, il secondo B e D (cosa che non sarebbe possibile per motivi legati alle distanze, qualora la linea rimanesse disposta orizzontalmente) mentre il terzo rimarrebbe dedicato all’operazione C. Per il periodo a più alta intensità produttiva, verrebbero prese altre due persone magari con assunzioni interinali, la cella a questo punto sarebbe completa (fig.sotto)
Il calcolo del nuovo costo del personale è il seguente
Con un risparmio di 700 pari al 5% e oltre del totale fatturato (costo del personale iniziale 3.000 a fronte del costo attuale di 2.300). La modifica della linea certamente richiederà un costo, ammesso sempre che sia tecnicamente possibile effettuare un’operazione del genere, piuttosto che sia possibile bilanciare in questo modo le operazioni fra gli operai (oppure che ci siano gli spazi necessari); tuttavia non è complicato trovare delle soluzioni che possano proficuamente migliorare i conti del proprio cliente senza peraltro doversi inventare prodotti nuovi e/o affrontare investimenti in macchinari costosi e complessi (che tra l’altro presentano il rischio di non raggiungere gli obiettivi per i quali sono stati pensati). In seno alla composizione della crisi d’impresa, per collaborare con gli esperti e ricoprire correttamente la figura del controller a favore dei propri clienti, riprendiamo con il nostro corso “diventa un controller”, corso di Controllo di Gestione ove tratteremo su come affrontare questi aspetti e tanto altro. Per la prossima data puoi cliccare qui.
Articolo interessante per avviarsi al controllo di gestione.
Leggerò con interesse l’e-book non appena riuscirò a trovare un po’ di tempo
grazie gianandrea, spero troverai il tutto interessante