Ho avuto modo di trattare come, nel caso in cui non sia possibile mantenere un flusso produttivo teso (e quindi in assenza dei magazzini intermedi), sia opportuno inserire delle aree di stoccaggio che si autoregolano in funzione della effettiva domanda del cliente e che sono gestite a kanban (cartellino). Queste aree sono chiamate anche supermarket in quanto ricordano il funzionamento degli scaffali di un supermercato, ove la mancanza di un prodotto diventa in modo visual il segnale di ripristino di quel prodotto stesso da parte dell’addetto al reparto, al fine di non far mancare mai quel codice alla clientela. Questo funzionamento è stato ripreso da Taiichi Ono è riportato in Toyota nel periodo post bellico e mostra determinate caratteristiche:
• Presenta una collocazione fissa per ogni componente
• Consente un accesso agevole per il prelievo dei pezzi
• Presenta una disposizione tale da consentire un approccio fortemente visivo
• Si basa sulla standardizzazione dei contenitori
• È gestita in ottica fifo
I primi contenitori che entrano in magazzino sono anche i primi che escono, nel rispetto della logica fifo. Per meglio gestire il metodo fifo, è opportuno che la gestione dei kanban preveda scaffalature organizzate a gravità. Il funzionamento è alquanto semplice: il ripiano è tendenzialmente inclinato e dotato di una rulliera. L’inserimento del contenitore avviene dalla parte del lato posto in alto e, di volta in volta che i contenitori pieni vengono svuotati e quindi rimossi, quelli a monte scivolano verso l’uscita della scaffalatura (figura in basso)
I contenitori generalmente non sono di grandi dimensioni e presentano un peso al massimo di 12 kg a pieno carico. Nel caso in cui servano dei contenitori aggiuntivi (questo succede quando c’è da gestire un incremento improvviso della domanda e comunque sempre entro certi limiti), gli stessi vengono posti su scaffali tradizionali posizionati generalmente sopra quelli a gravità. Nel caso in cui ci sia da gestire componenti di medie o grandi dimensioni, il supermarket viene organizzato a terra e sempre con delle rulliere che gestiscono il movimento di contenitori (oppure con carrelli dotati di ruote) ma sempre e comunque garantendo la logica fifo. Spesso i carrelli, presentando più ripiani, si prestano bene all’organizzazione per kit dei componenti.
Per quanto riguarda invece la gestione dei contenitori vuoti/pieni
e la contestuale movimentazione degli stessi, il tutto è demandato ad uno o più
operatori (milk run) che ad intervalli regolari passano lungo la linea e si
fermano a raccogliere i contenitori vuoti posti in prossimità del supermarket
nonchè scaricando quelli pieni; garantendo così che ci sia sempre la giusta
quantità di componenti evitando eccessi o mancanze.
Il commercialista che vuole davvero implementare un corretto
sistema di controllo di gestione in un’azienda, non può prescindere da questo
genere di osservazioni al fine di ottenere il massimo risultato rispetto gli
obiettivi prefissi. L’art. 2086 c.c. prevede, oltre che la possibilità di
intercettare i primi segnali di crisi, anche la capacità di garantire la
continuità aziendale. Tutto ciò non può prescindere dal sapere intervenire
sotto i capannoni produttivi così da migliorare la redditività
delle produzioni realizzate. Noi ci rendiamo disponibili verso i
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